30 novembre 2007

Le ragioni di una protesta

  • per contrastare il progetto di trasferimento di circa 500 lavoratori da Milano a Roma, privo di qualsivoglia ragione industriale e finalizzato esclusivamente alla riduzione del perimetro occupazionale;
  • per avere maggiori certezze sul futuro della rete fissa e di quella mobile (a partire dalle Torri di trasmissione).

A fronte di un bilancio aziendale positivo per il secondo anno consecutivo, con i massimi livelli del management che ribadiscono pubblicamente le buone performance sia della telefonia mobile che di quella fissa e la necessità di ulteriori investimenti sulla banda larga e su nuovi servizi, non vi è alcuna ragione per innescare in WIND l’ennesima e pasticciata riorganizzazione.

Serve invece un piano industriale serio e di medio periodo che ribadisca la funzione strategica di Milano come centro direzionale della parte fissa (la ex Infostrada) e che dia maggiori certezze ai tanti tecnici delle field operation.

La sensazione che si ha è infatti che, di fronte ad un’azienda che fa utili, il management e la proprietà siano condizionati più dai debiti e dall’esigenza di aumentare i profitti nel breve che non dalla preoccupazione di mantenere competitiva Wind. E di conseguenza stiano puntando ad una semplice riduzione dei costi del lavoro: da un lato spingendo centinaia di lavoratori di Milano a dimettersi, sotto la pressione di un trasferimento di massa a Roma, e dall’altra esternalizzando parte della propria rete e relativi lavoratori tramite la cessione delle proprie Torri guardando più a partner finanziari che non industriali.